Nonostante sia il servizio di streaming musicale più usato al mondo, ci sono ancora alcune impostazioni utili poco conosciute come la sessione privata, il recupero delle playlist cancellate o l’integrazione con Google Maps e Shazam.
Ecco quindi un articolo su come usare spotify.
Funzioni nascoste
Il traguardo dei 100 milioni di abbonati, su un totale che supera i 215 in tutto il mondo, ha recentemente consolidato il primato di Spotify sui concorrenti a livello mondiale. Risultati ottenuti anche grazie a un’incessante voglia di testare nuove playlist e prodotti per gli utenti, come di recente fatto con Your Daily Drive. Nonostante i numeri in crescita, però sono ancora moltissimi gli utenti che non conoscono alcune impostazioni o trucchi dell’applicazione che possono cambiare l’esperienza di ascolto.
Radio dell’artista
Per scoprire nuovi brani, senza affidarsi alle playlist che già si conoscono come Release Radar o Discover Weekly si può invece ricorre alla cosiddetta Radio. Quando ci si trova sulla pagina di un artista o si sta riproducendo una canzone, basta selezionare i tre puntini in alto a destra e indicare «Vai a Radio dell’Artista (o dal brano)» per poter essere rimandato a una forma di playlist con tracce o artisti simili ai nostri gusti.
Recuperare le playlist
Hai curato per mesi la realizzazione di una playlist che poi hai deciso di eliminare, ma ora sei pentito della scelta? Nessun problema: andando sulle impostazioni del proprio account si trova la voce «Recupera playlist» che permette di far tornare al proprio posto gli elenchi che erano stati cancellati. Un’operazione che può essere però fatta solo da desktop.
Playlist collaborative
Per migliorare o semplicemente fare un po’ di ordine nelle playlist ci si può fare aiutare dagli amici, selezionando i tre puntini a fianco di una di quelle realizzate e premendo successivamente «Rendi collaborativa». Un’opzione che rimane reversibile in ogni momento.
Sessione privata
Non volete che i vostri amici vedano in tempo reale cosa state ascoltando? Anche in questo caso la soluzione offerta da Spotify è molto semplice. Si tratta della sessione privata, inseribile quando si apre il menù delle Impostazioni attraverso la rotellina in alto a destra.
Condividere le canzoni
Se al contrario si vuole a tutti i costi far sapere alle altre persone cosa si sta ascoltando, Spotify offre diverse possibilità attraverso il pulsante «Condividi» che si apre premendo sui tre puntini in alto a destra. Tra le opzioni compaiono la condivisione su Facebook, via WhatsApp, ma anche direttamente tramite le Storie di Instagram
Dispositivi connessi
Lo stesso account di Spotify può essere utilizzato su differenti dispositivi, non in contemporanea. Per avere sempre sottomano l’elenco dei device su cui è disponibile il nostro profilo e per eventualmente aggiungerne di nuovi, si deve aprire la voce «Connetti a un dispositivo», sotto Impostazioni.
Sincronizzare con un navigatore
Spotify permette anche di rendere più facile l’ascolto della musica in macchina mentre si utilizzano anche servizi come Google Maps (qui le funzioni «nascoste») o di Waze, in modo che le indicazioni vocali non si sovrappongano al brano. Nel caso del servizio di Mountain View, si deve andare sull’app di Maps e cercare «Impostazioni navigatore» sotto Impostazioni. Qui si potrà indicare l’app multimediale preferita, per esempio proprio Spotify.
Integrare con Shazam
L’app utilizzata per riconoscere un brano può essere collegata a Spotify in modo che la canzone oggetto delle ricerca finisca direttamente all’interno della playlist chiamata «I miei brani di Shazam». Per farlo si deve aprire quest’ultima applicazione, effettuare uno swipe da sinistra a destra e poi selezionare la rotellina delle Impostazioni.
Cambiare qualità
All’interno delle Impostazioni di Spotify si trova invece un’altra voce interessante, ma poco conosciuta. Si può infatti decidere la qualità a cui si vuole riprodurre la musica, oppure a cui scaricare i brani nel caso si possieda anche l’account Premium. Più è elevata la qualità, maggiori sono i dati che verranno richiesti per la riproduzione o il download.
(Fonte: Corriere.it)
Ti è più chiaro, adesso, come usare Spotify?